I filtri antipolvere di tipo P sono dispositivi di protezione individuale (DPI) delle vie respiratorie nei luoghi di lavoro dove sono presenti particelle solide e aerosol nocivi.
Utilizzati in combinazione con maschere facciali o semimaschere, questi filtri rappresentano una delle principali misure di sicurezza per prevenire rischi professionali legati all’inalazione di polveri sottili e sostanze tossiche.
In questa guida scoprirai cosa sono i filtri antipolvere di tipo P, le classi di protezione P1, P2 e P3, le sostanze pericolose che richiedono protezione, i settori di lavoro in cui è obbligatorio l’uso e le normative di riferimento.
Cosa sono i filtri antipolvere di tipo P?
I filtri di tipo P (Particulate) sono progettati per proteggere le vie respiratorie da particelle solide e liquide non volatili come polveri, fumi e nebbie. Rappresentano una barriera fondamentale contro numerosi contaminanti aerodispersi in ambienti industriali.
Classificazione dei filtri antipolvere di Tipo P:
-P1: contro polveri grossolane e a bassa tossicità – efficienza ≥ 80%
-P2: contro polveri e aerosol a media tossicità – efficienza ≥ 94%
-P3: contro polveri molto fini e tossiche – efficienza ≥ 99,95%
La scelta della classe di protezione dipende dal livello di esposizione, dalla concentrazione e dalla tossicità della sostanza presente nel luogo di lavoro e dal tipo di lavorazione svolta.
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Le sostanze tossiche che richiedono i filtri di tipo P
I filtri antipolvere di tipo P sono sono essenziali per proteggersi dalle seguenti sostanze tossiche, cancerogene o irritanti presenti nell’aria sotto forma di particelle:
- Acido acetilsalicilico – L’esposizione per inalazione a polveri o aerosol contenenti acido acetilsalicilico può causare irritazione delle mucose nasali e bronchiali. In soggetti sensibilizzati può scatenare broncospasmo e sintomi asmatici (sindrome da sensibilità all’aspirina).
- Acido arsenico – Sostanza altamente tossica contenente arsenico, usata in alcuni processi industriali e altamente pericolosa per la salute umana.
- Acido benzoico – Conservante usato nell’industria alimentare e cosmetica, può irritare pelle e mucose in alte concentrazioni.
- Acido borico – Utilizzato in detergenti, pesticidi e cosmetici, può essere tossico se ingerito o inalato in quantità elevate.
- Acido fosforico – Acido corrosivo usato in fertilizzanti e detergenti industriali, può causare gravi irritazioni.
- Acido ftalico – Usato nella produzione di plastiche (ftalati), è una sostanza irritante e potenzialmente dannosa per la salute riproduttiva.
- Acido ossalico – Presente in prodotti per la pulizia e sbiancanti, può causare danni ai reni e irritazioni cutanee.
- Acido picrico – L’inalazione di vapori o polveri può causare tosse secca, mal di gola, irritazione dei polmoni e, in casi gravi, edema polmonare. Rischioso anche per brevi esposizioni in ambienti non ventilati.
- Acido solforico – Acido fortemente corrosivo usato in molte industrie, estremamente pericoloso per la pelle e le vie respiratorie.
- Alletrina – Insetticida sintetico appartenente ai piretroidi, tossico per l’uomo se inalato o ingerito in grandi dosi.
- Alluminio (polvere) – Utilizzato in pirotecnica e metallurgia, può causare problemi respiratori se inalato.
- Cloruro di ammonio – Usato in saldature e come fertilizzante, è irritante per occhi, pelle e vie respiratorie.
- Nitrato di ammonio – Fertilizzante e componente di esplosivi, pericoloso in caso di combustione o decomposizione.
- Antimonio e composti – Usati in leghe metalliche e ritardanti di fiamma, possono danneggiare polmoni e pelle.
- Amianto – Minerale fibroso un tempo usato in edilizia, noto per essere altamente cancerogeno se inalato.
- Atrazina – L’inalazione di polveri può causare irritazione a naso e gola, e, in esposizioni elevate o croniche, può contribuire a patologie respiratorie e infiammazioni bronchiali.
- Benzidina – Intermedio chimico per coloranti, è una sostanza cancerogena vietata in molti paesi.
- Benzopirene – Composto presente nei fumi di combustione (catrame, sigarette), altamente cancerogeno.
- Composti dell’uranio – Radioattivi e tossici, usati in campo nucleare, pericolosi per organi interni e DNA.
- Crisene – Idrocarburo policiclico aromatico presente nei residui di combustione, potenzialmente cancerogeno.
- Cromo (III) – Forma trivalente del cromo, usata in metallurgia e pigmenti; meno tossico del Cromo (VI), ma da maneggiare con cautela.
- Cromo (VI) – Forma esavalente altamente tossica e cancerogena, usata in galvanica e coloranti industriali.
- Deiquat – Erbicida non selettivo ad azione rapida, tossico per l’uomo se ingerito o inalato.
- Deltametrina – Insetticida piretroide, tossico per il sistema nervoso se esposto in grandi quantità.
- Desmetrina – Insetticida della famiglia dei piretroidi, può causare irritazioni cutanee e respiratorie.
- Endrina – Insetticida organoclorurato altamente tossico e persistente, bandito in molti paesi per la sua pericolosità ambientale e umana.
- Fosforo giallo – Forma reattiva del fosforo, estremamente infiammabile e tossica; può causare gravi danni al fegato e ai reni.
- Gel di silice – Usato come essiccante, può causare irritazioni respiratorie se inalato in polvere fine.
- Nero di carbonio – Polvere nera fine usata in inchiostri e gomme; inalazione cronica può causare problemi respiratori.
- Ossido di alluminio – Composto usato nella produzione di abrasivi e ceramiche, può irritare occhi, pelle e vie respiratorie.
- Ossido di cromo – Pigmento verde usato in vernici e materiali refrattari, irritante per pelle e occhi.
- Perossidi organici – Composti chimici instabili usati come iniziatori di reazioni, possono essere esplosivi e irritanti.
- Piombo (polveri e fumi) – Metallo tossico, l’esposizione prolungata può causare gravi danni neurologici e renali.
- Piretro – Insetticida naturale estratto dai fiori, può provocare reazioni allergiche e irritazioni.
- Rame (fumi) – Fumi prodotti durante la saldatura o fusione del rame, irritanti per le vie respiratorie.
- Rame (polvere) – Polvere metallica usata in metallurgia e vernici; può causare irritazione e febbre da fumi metallici.
- Idrossido di sodio – Base forte corrosiva usata in detergenti e processi industriali, causa gravi ustioni chimiche.
- Urea – Generalmente a bassa tossicità, ma l’inalazione di polvere fine può causare irritazione delle mucose respiratorie superiori (naso e gola). Se riscaldata o decomposta, può liberare ammoniaca, che è un forte irritante per bronchi e polmoni.
- Zinco (polveri) – Usato in galvanizzazione e leghe; l’inalazione può provocare febbre da fumi metallici.
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Settori di lavoro in cui utilizzare i filtri antipolvere P
I filtri antipolvere di tipo P sono obbligatori e raccomandati in molti settori industriali e professionali dove è presente una significativa esposizione a polveri sottili e contaminanti solidi.
Tra i principali ambiti di applicazione troviamo:
- Edilizia e cantieri: per la protezione da polveri di cemento, silice e amianto (in caso di smaltimento e bonifica)
- Industria del legno: per la lavorazione e levigatura, dove le polveri di legno sono classificate come cancerogene
- Settore metallurgico e meccanico: durante operazioni di saldatura, taglio e molatura dei metalli
- Industria farmaceutica e chimica: dove è necessario proteggersi da polveri sottili e potenzialmente tossiche
- Settore lapideo: nella lavorazione di marmo, granito e pietre naturali, con esposizione a polveri sottili di silicio
- Agricoltura: durante la manipolazione di fertilizzanti, mangimi, fitosanitari o pesticidi in polvere.
Normative e Certificazioni: come riconoscere un filtro conforme
Per garantire la massima sicurezza, i filtri antipolvere di tipo P devono rispettare normative europee ben precise:
-EN 143:2000+A1:2006: specifica i requisiti per i filtri antipolvere di tipo P usati con maschere a baionetta o a raccordo filettato.
-EN 149:2001+A1:2009: regola i facciali filtranti (mascherine FFP1, FFP2, FFP3), che integrano già il filtro nella struttura.
-Marcatura CE: obbligatoria per tutti i DPI commercializzati nell’Unione Europea.
-Indicazione classe P1, P2, P3: deve essere indicata chiaramente sul filtro.
Solo i filtri certificati assicurano una protezione efficace e verificata.
Conclusioni
I filtri antipolvere di tipo P sono strumenti indispensabili per garantire la sicurezza respiratoria nei contesti professionali più esposti.
La scelta del filtro corretto, abbinato alla maschera protettiva in base alle esigenze lavorative e al livello di rischio, è fondamentale per la tutela della salute e la sicurezza sul lavoro.
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